Esso rappresenta una delle maggiori cause di morte del mondo occidentale.
Ma non è sempre stato così. Nei tempi antichi era una patologia estremamente rara e sporadica e, in alcune culture, pressochè sconosciuta.
Nei sacri testi della medicina indiana antica (I sec. d.C.) comincia timidamente a comparire e subito viene messo in relazione, insieme ad altre malattie, con il progressivo deterioramento dell'alimentazione e l'allontanamento dai cibi semplici offerti dalla natura.
Con il passare dei secoli lo ritroviamo ai primi posti nelle classifiche di incidenza e mortalità, dopo aver assistito a un cambiamento profondo del nostro modo di vivere e di alimentarci.
La relazione tra tali eventi apparirebbe chiara alle persone di buona volontà e di normale intelletto, invece, per fronteggiare questa patologia, si è dovuto costruire un armamentario terapeutico e tecnologico che, nel tempo, non ha portato a nulla di più che a una certa precocità della diagnosi.
Questo enorme apparato ha però divorato ingenti risorse economiche che gli stati hanno generosamente concesso, senza apparentemente chiedere nulla in cambio, se non il funzionamento del sistema stesso.
Molti studiosi, negli anni, hanno cercato di percorrere strade diverse rispetto a quelle tradizionali, e quasi sempre con ottimi risultati, ma si sono dovuti scontrare con un apparato immensamente potente che li ha delegittimati e ridotti al silenzio. È il caso di Cooley, Breuss, Moermann, Bonifacio, Gerson, Kousmine, Pantellini, Hamer, Di Bella e altri ancora.
L'accusa mossa a questi ricercatori è sempre stata la stessa: l'inefficacia terapeutica (vedi le famose sperimentazioni/beffa sul metodo di Di Bella e prima ancora su quello di Bonifacio) e la mancanza di studi pubblicati su riviste scientifiche accreditate che sono, in genere, direttamente finanziate dalle multinazionali farmaceutiche, pertanto tutt'altro che indipendenti.
Credo che convenga riprendere un antico percorso di salute e di ricerca, cioè quello rappresentato dall'alimentazione.
Evidentemente il mondo è molto cambiato per potersi nutrire direttamente dalla natura senza la mediazione del supermercato, ma rimangono ancora preziosi margini di intervento.
1) ripristinare l'equilibrio acido-base che dovrebbe essere lievemente alcalino per compensare l'acidosi, terreno fertile per infiammazioni e malattie degenerative;
2) ridurre lo stress ossidativo per limitare i danni che le cellule e i tessuti subiscono ad opera dei radicali liberi, qualora siano in eccesso;
3) apportare una maggiore quantità di micronutrienti che, nella moderna alimentazione industriale, sono man mano andati perduti e che invece il nostro organismo reclama per le sue funzioni biologiche: vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi.
Ci sono molti alimenti di uso pressoché quotidiano che, oltre a soddisfare le condizioni riferite in precedenza, possiedono anche una vera e propria azione anticancro. Parliamo della famiglia delle Crucifere e Brassicacee cioè i cavoli, i broccoli, i cavolini di Bruxelles, il crescione, le rape, la verza ecc. che attraverso alcune sostanze in essi contenute (isotiocianati, ditioltioni, indolo-3-carbinolo), sono in grado di sviluppare un'azione antitumorale diretta, un'azione antiproliferativa, e un'altra disintossicante dai carcinogeni assunti.
Infatti la celebre dieta mediterranea antica, riscoperta e valorizzata in tempi più o meno recenti, possedeva sicuramente un'azione antinfiammatoria e protettiva dall'insulinoresistenza, con conseguente riequilibrio metabolico e protezione dallo stress ossidativo. Essa era composta fondamentalmente da cereali integrali, pasta di grano duro, legumi, verdure non amidacee, olio di oliva, frutta, semi oleosi come olive, mandorle, noci, nocciole e, a seconda della possibilità o della collocazione geografica, alcune quantità di pesce appena pescato.
La dieta occidentale moderna, infatti, si compone prevalentemente di pane e cereali raffinati, carni, salumi, formaggio, burro, margarine, patate, zucchero e dolciumi.
L'acqua o il poco vino rosso sono stati sostituiti dalle innumerevoli bibite gasate, colorate, dolcificate o dai superalcoolici e dagli alcoolici da supermercato (birre e vino nei cartoni), dei quali molto spesso si abusa.
Per questi motivi risulta fondamentale vigilare sulla corretta alimentazione della nostra famiglia e dei nostri bambini, i quali sono ancora più esposti all'azione nociva dell'alimentazione industriale moderna e rappresentano spesso il bersaglio preferito per promuovere la maggior parte dei cibi spazzatura.
È risaputo che il digiuno arresta la progressione del cancro e ne favorisce la regressione.
È plausibile, quindi, che il cancro possa risultare da un enorme squilibrio nutrizionale prolungato nel tempo. Nelle società tradizionali, dove il cibo è strettamente legato alla natura, il cancro è pressochè sconosciuto. Se prolunghiamo nel tempo la nostra alimentazione scorretta e il nostro stile di vita incongruo, il nostro corpo finirà per esaurire la capacità di eliminazione delle tossine esogene che impregnano il nostro sistema circolatorio e intestinale.
Forse è giunto il momento per cominciare a farlo.
È fondamentale vigilare sulla corretta alimentazione della nostra famiglia e dei nostri bambini, i quali sono i più esposti all'azione nociva dell'alimentazione industriale moderna
Sfortunatamente si era in epoca pre antibiotica e talvolta le infezioni non erano controllabili adeguatamente. In seguito utilizzò batteri uccisi riportando discreti successi. L'avvento della chemioterapia spostò l'attenzione su questi metodi che, oggi, si stanno riscoprendo come molto validi.
Giunse alla conclusione che per un sano metabolismo, immune dal cancro, occorrevano otto sostanze fondamentali: acido citrico, ferro, iodio, vitamine A, B, C, E, zolfo. Moermann imputava l'insorgenza del cancro a una sorta di “deragliamento del metabolismo”.
Il fatto interessante era che queste sostanze dovevano essere assunte da cibi freschi, in abbondanza e tutti i giorni, quindi attraverso succhi di piante e frutti selvatici, uova (senza albume) e pane integrale. Con la sua dieta guarì centinaia di pazienti da forme tumorali avanzate
Questo medico era in realtà un veterinario in un paesino del Salento. Osservò che le capre non si ammalavano mai di tumore e lo imputò a qualche fattore intrinseco da loro prodotto. Cercando di trasferire questa immunità dall'animale all'uomo, Bonifacio localizzò nell'intestino della capra gli elementi funzionali al suo desiderio e ne approntò un preparato che riscosse un notevole successo, anche nelle sperimentazioni cliniche. Sull'onda della pressione popolare si approntò una sperimentazione che abortì ancora prima di cominciare.
Il Dott. Zora, oncologo siciliano, raccolse il testimone, portando quelle caratteristiche di purezza e innocuità al preparato originario. Ma anche una seconda sperimentazione, fatta eseguire in America (non si sa perché) non ebbe alcun seguito. Il dottor Bonifacio intanto era morto, deluso e affranto.
Gli alimenti con azione anti cancrocavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, crescione, rape, verza
aglio, cipolla, porro, scalogno, erba cipollina
lampone, mirtillo rosso e nero, ribes,
arance, limoni, mandarini
fagioli, ceci, lenticchie, piselli, cicerchie, fave, soia
funghi
curcuma
tè verde